Nella foto, la corte interna dell’ex asilo Ciani a Lugano. Fotografia Divisione immobili, Città di Lugano.
TESTIMONIANZE DELLA NOSTRA STORIA E DEI NOSTRI VALORI.
Il patrimonio culturale del Ticino vanta importanti testimonianze architettoniche e storiche: edifici che affondano le loro radici in un passato che va dell’epoca pre romana fino a tempi più vicino a noi. Ognuna di queste architetture racchiude tra le sue mura una storia materiale e immateriale che ci racconta attraverso ciascuna sua parte e che in alcuni casi è stata davvero importante e straordinaria.
Il complesso di Villa Negroni con l’annesso Parco Morosini a Vezia, per esempio fu uno dei centri del Risorgimento italiano; un luogo frequentato da personaggi illustri del mondo culturale dell’epoca come Giuseppe Verdi e Francesco Hayez e del mondo politico.
I Morosini infatti e in particolare Emilia Zeltner Morosini sostennero la causa patriottica e il complesso divenne un luogo molto importante in ambito politico e culturale nel periodo Risorgimentale.
Il comparto di Parco Morosini, tutelato a livello Cantonale, ha una superficie complessiva di circa 13’000 mq mantenuta a parco all’inglese; al suo interno sono presenti l’Oratorio di S.S. Maria e Giuseppe, la cappella privata di villa Negroni (un tempo Morosini) e un Mausoleo, la cappella funeraria della famiglia Morosini.
Il Mausoleo, originariamente una Kaffeehaus venne trasformato in mausoleo nel 1849 dal padre di Emilio Morosini per custodire le spoglie del figlio morto a soli 18 anni combattendo per la Repubblica romana contro le truppe di Napoleone III.
Fino al 1895 il Mausoleo custodì inoltre il cuore imbalsamato del Generale polacco Tadeus Kosciuszko, deceduto nel 1817 a Soletta.
Alla morte del Generale il suo cuore era stato donato a Emilia Morosini Zeltner secondo le sue volontà testamentarie. Il Generale era molto legato alla famiglia Zeltner e fu proprio lui a trasmettere ad Emilia la passione per la causa della libertà e l’ardente spirito patriottico.
L’intero comparto di Parco Morosini, di proprietà dell’Associazione AILA-OIL è stato recentemente restaurato ed è aperto al pubblico.
Una delle più prestigiose residenze storiche svizzere sorgeva a Lugano, in via Trevano. Si tratta del cosiddetto Castello di Trevano fatto erigere dal Barone russo Paul von Derwies nel 1871. Un sontuoso e articolato palazzo caratterizzato da esterni in stile neoclassico all’interno del quale erano presenti una sala da concerti, un teatro privato e l’atrio più grande della Svizzera. Si tenevano concerti con musicisti di fama internazionale e accoglieva ospiti illustri provenienti da tutta Europa.
Il palazzo era inserito in un parco monumentale con un’estensione di circa 270’000 mq e custodiva piante rare provenienti da tutto il mondo, due laghetti e una fontana tra le più grandi d’Europa. Nel 1961 il Castello venne abbattuto con 130 chilogrammi di esplosivo che ridussero letteralmente in cenere una delle parentesi culturali e musicali più importanti del Ticino.
Un altro edificio monumentale importante dal punto di vista storico e fortunatamente non demolito, è il Grand Hôtel Locarno a Muralto, uno dei primi grandi alberghi del Ticino e della Svizzera. Nelle sue 150 camere poteva ospitare fino a 250 ospiti. Nel 1874, ancora prima dell’apertura ufficiale, nelle sue sale si tenne il banchetto di inaugurazione della linea ferroviaria Locarno-Bellinzona. Da allora e fino agli anni che precedettero la Prima Guerra Mondiale sarà un’epoca d’oro e di prosperità per il Grand Hôtel e per l’industria alberghiera di tutto il Ticino.
Superato il difficile periodo bellico, si terrà a Locarno la Conferenza di Pace voluta dai governi di Belgio, Francia, Germania, Inghilterra e Italia; dopo dieci giorni di trattative, sarà proprio nei saloni del Grand Hôtel, appositamente rinnovati per l’evento, che nel 1925 verrà siglato il “Patto di Locarno”.
Nel 1946 il complesso del Grand Hôtel sarà teatro della prima edizione del Locarno Film Festival e ne rimarrà la sede deputata fino al 1975, quando il successo di pubblico richiederà spazi più ampi.
Il primo progetto del Grand Hôtel si deve all’architetto Francesco Galli, tale progetto fu successivamente modificato dall’architetto Luigi Fontana e dall’ingegner Giuseppe Campagnani e i lavori per la sua costruzione si svolsero tra il 1874 e il 1876.
L’edificio principale, in stile neorinascimentale, è costituito da un blocco a pianta rettangolare con due corpi aggettanti verso il parco. Internamente sono di notevole pregio i saloni del piano terreno. Il “Salone d’onore” al centro è caratterizzato da volte a calotta interamente decorate da dipinti murali allegorici raffiguranti le arti, i mestieri e l’industria. La fascia decorativa presente in corrispondenza dell’attaccatura della volta, reca medaglioni dipinti all’interno dei quali sono raffigurati gli stemmi dei cantoni svizzeri.
L’ingresso all’hotel è caratterizzato da un imponente lampadario veneziano ottocentesco, il più grande lampadario di Murano al mondo, che si sviluppa su tre livelli e che caratterizza magnificamente il vano scala. Lo stesso consiste in un volume vuoto a tutt’altezza sul quale si affacciano i ballatoi dei vari piani, ai quali si accede grazie ad una monumentale doppia rampa di scale.
Il complesso del Grand Hôtel è attualmente in fase di restauro e tornerà presto a svolgere la propria funzione originaria. una storia importante
L’ex Asilo Ciani a Lugano, recentemente restaurato, ha accolto tra le sue mura per oltre 100 anni una scuola d’infanzia. Si tratta di una storia più “silenziosa” che narra di filantropia e di una moltitudine di bambini di famiglie indigenti o orfani che venivano letteralmente salvati dalla strada.
L’edificio venne edificato tra il 1890 e il 1892 per volere della Fondazione Ciani e grazie a benefattori della città di Lugano tra cui in particolare Paolo Regazzoni.
La scuola d’infanzia era stata fondata nel 1844 grazie ai fratelli Giacomo e Filippo Ciani, due filantropi attivi politicamente e socialmente; l’asilo era stato creato per accogliere i bambini poveri e bisognosi che avevano un’età dai 2 ai 6 anni. Era la prima scuola d’infanzia del Cantone e aveva sede in contrada Cioccaro.
Con il tempo, essendo aumentato il numero dei bambini che frequentavano l’asilo e si rendeva necessaria una struttura che fosse più adeguata alle esigenze educative e di salubrità, con spazi più ampi e luminosi venne realizzato il nuovo edificio.
il progetto venne affidato all’architetto Giuseppe Stabile formatosi all’Accademia di Brera alla scuola di Camillo Boito. L’edificio è definito da un volume quadrangolare di gusto neorinascimentale ed é caratterizzato da una corte interna che nel 1907 venne coperta da un grande lucernario affinchè i bambini potessero usufruirne indipendentemente dal tempo meteorologico.
Entrando ora in questo spazio ampio e luminoso possiamo ancora immaginare il vociare dei bambini e tutta la storia che custodisce.
Riflettendo su questi esempi di architetture che il passato ci ha consegnato ci si può rendere conto di come sia importante conservare e restaurare gli edifici storici per tramandare anche alle generazioni future i valori della nostra cultura. ®
Nella foto, ingresso a Parco Morosini, Villa Negroni, Vezia. Foto deltaZERO.
Castello di Trevano, 1910 ca. Archivio storico della Città di Lugano, Collezione iconografica.