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Work Triangle, il triangolo dello chef

Altri articoli

Ottimizzazione e innovazione: reinventare la zona lavanderia

La trasformazione degli ambienti domestici, soprattutto negli ultimi anni, porta con sé la necessità di ottimizzare anche il singolo centimetro senza rinunciare, però, alla funzionalità di ogni area della casa. Non fa certo eccezione, in questo senso, la zona lavanderia, che pur assumendo in sé notevole importanza corre il rischio di essere sacrificata, in termini di spazio, quando le metrature dell’abitazione sono contenute. In case compatte e in appartamenti moderni la gestione della zona lavanderia richiede dunque soluzioni ottimali, capaci di coniugare estetica e funzionalità: in questo articolo vedremo assieme diverse soluzioni per trasformare questo spazio in una vera e propria area operativa, sfruttando anche soluzioni verticali ed elementi modulari che si adattano alle diverse esigenze quotidiane.

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Giardini d’inverno: la natura che diventa architettura

Nel panorama dell’abitare contemporaneo, i giardini d’inverno si impongono come una delle soluzioni più ricercate e sensoriali, veri spazi ibridi che annullano i confini tra interno ed esterno trasformando la vegetazione in una componente architettonica viva e funzionale, capace di migliorare la qualità dell’ambiente domestico, ampliare la percezione dello spazio e riportare un frammento di natura nel cuore della casa.
Come accade per i tetti verdi, anche questi ambienti non sono elementi puramente estetici, ma ecosistemi integrati che contribuiscono a creare comfort climatico, benessere psicologico, regolazione dell’umidità, isolamento termoacustico e un aumento tangibile della biodiversità. Il giardino d’inverno si comporta come una veranda evoluta e intelligente: filtra il clima esterno, dilata visivamente gli ambienti abitativi e introduce piante vive anche in contesti urbani densamente costruiti, generando un rapporto più equilibrato tra architettura e natura. Nel contesto ticinese — caratterizzato da una forte densità edilizia ma anche da un ricco patrimonio paesaggistico — questi spazi diventano un’opportunità concreta per restituire qualità verde anche alle abitazioni compatte o oggetto di ristrutturazione, creando un collegamento continuo tra la casa e il paesaggio circostante.

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Un modello sempre valido per posizionare elettrodomestici, arredi e complementi in una cucina funzionale, ergonomica e dal forte impatto estetico.

La cucina è un ambiente infinitamente variabile, il luogo del “fare” dove un insieme di attrezzi e accessori devono svolgere funzioni diverse e specifiche in modo perfettamente coordinato. Progettare la cucina ideale significa, quindi, non soltanto scegliere mobili ed elettrodomestici di qualità, ma organizzarli nella maniera più opportuna, tenuto conto dello spazio disponibile. Pensili, basi ed elettrodomestici devono seguire una disposizione che permetta di ottimizzare lo spazio consentendo di lavorare in modo comodo e funzionale. Per fare ciò è sempre utile tener presente la teoria del triangolo di lavoro, il cosiddetto “Work Triangle”: un modello risalente agli anni Venti del secolo scorso che indica la corretta disposizione della zona di conservazione, di lavaggio e dicottura. Se collegate simbolicamente, queste tre aree di lavoro devono formare un triangolo con un perimetro compreso tra i 4 m e i 7,9 m che definisce uno spazio rigorosamente privo di ostacoli all’interno del quale sia possibile muoversi con agilità.

La prima zona, quella cosiddetta di conservazione corrisponde agli elementi frigorifero e dispensa, la zona di lavaggio invece è costituita da lavelli e lavastoviglie, mentre la zona di cottura è rappresentata dal forno, dal microonde e dal piano di cottura. Se le distanze tra queste tre aree sono corrette, la cucina sarà efficiente e comoda. In essa si potranno preparare in tranquillità i piatti desiderati seguendo tutto il processo con la massima attenzione, trasformando così il lavoro ai fornelli in un autentico piacere. Nello specifico, le tipologie più ricorrenti dell’ambiente cucina sono: a L, a U, parallela o lineare doppia, a I o monoparete e a isola.

Cucina Ernesto Meda
Ernestomeda – Cucina Modello One.

Cucina a L

Nella disposizione a L i vari componenti devono essere posizionati su due pareti contigue (o, in alternativa, con bancone o penisola perpendicolari a una parete). Per configurare correttamente il Work Triangle è preferibile collocare il lavello e il piano cottura centralmente su ognuno dei rispettivi lati e il frigorifero  all’estremità della parete occupata dal lavello. Questa disposizione facilita l’utilizzo della cucina da parte di più persone, o comunque garantisce una buona accessibilità anche nel caso in cui qualcun altro stia cucinando. Per progettare una cucina ad angolo ergonomica è consigliabile posizionare a una distanza piuttosto ravvicinata lavello, frigorifero e piano cottura, così da evitare movimenti eccessivi tra queste aree di lavoro. Non bisogna poi dimenticare che per questa tipologia esistono soluzioni di cesti e attrezzature, che consentono di sfruttare al meglio lo spazio ad angolo e rendere più accessibili zone altrimenti difficili da raggiungere. 

Cucina a U

La soluzione a U permette di costituire il triangolo di lavoro in maniera ottimale. Il vantaggio principale che offre questa disposizione è rappresentato dallo spazio libero centrale che può così ospitare il tavolo o un’isola di lavoro. È una delle soluzioni più scenografiche adatte soprattutto se si dispone di locali ampi od “open space” con soggiorno integrato. Spesso un lato può essere costituito in toto o in parte da un bancone snack o da un tavolo, ideale continuazione del piano di lavoro. 

Cucina parallela o lineare doppia

La disposizione preferita dai cuochi professionisti è quella della cucina parallela con il lato lavaggio/cottura opposto a quello di conservazione. Questa soluzione offre infatti due zone di lavoro distinte facilitando la preparazione e la cottura dei cibi. Permette inoltre un significativo risparmio di tempo nei movimenti. Richiede uno spazio tra le file di mobili opposti di almeno 120 cm per aprire agevolmente ante e cassetti, quindi è utilizzabile in stanze che siano larghe almeno 240/270 cm. 

Cucina a I o monoparete

È la configurazione più semplice che si possa realizzare, spesso la soluzione obbligata per gli ambienti di ridotte dimensioni. In questa tipologia di cucina è consigliabile che piano cottura e zona lavaggio siano vicini e posizionati al centro e gli spazi per la conservazione collocati ai lati.

Tra la zona cottura e la zona lavaggio è importante riservare uno spazio per la preparazione dei cibi di almeno 60 cm. La lavastoviglie invece meglio collocarla in prossimità del lavello. Avendo spazio a disposizione, si può poi incassare il forno e/o il microonde in una colonna, oppure su una semicolonna, così da averli più accessibili e non doversi piegare per raggiungere il vano. 

A isola

Si tratta di una configurazione particolarmente adatta alle cucine in ambiente aperto. Rappresenta infatti l’evoluzione massima di una cucina “open space”. Questo tipo di disposizione deriva dalle cucine professionali dove è molto diffusa la sistemazione delle attrezzature al centro.

Il principale vantaggio è rappresentato dalla concentrazione di tutto il necessario per cuocere attorno a un unico elemento sfruttabile su tutti e quattro i lati. Per questo motivo è consigliabile evitare un’estensione orizzontale eccessiva, la soluzione ottimale consiste nella possibilità di raggiungere ogni lato senza troppi movimenti.

Il principale limite riguarda invece gli interventi sull’impianto idraulico ed elettrico necessari per l’installazione. L’isola o la penisola spesso hanno una duplice funzione: area di lavoro dotata di una o due attrezzature (zona cottura e lavello) e zona pranzo, o snack bar, aperta sul living. Ciò significa che mentre si cucina si può facilmente interagire con chi è in soggiorno, allo stesso tempo restando comodamente seduti sul divano si può parlare (e vedere) chi è ai fornelli. È sicuramente uno scenografico spazio di riunione della famiglia, nonché di socialità e condivisione con amici e parenti

Per garantire la massima efficienza in cucina è poi importantissimo progettare la collocazione di pensili, piani di lavoro, tavoli ed elettrodomestici secondo precise regole ergonomiche. Tradizionalmente la profondità delle basi è di 60 cm e l’altezza standard di 85 cm. Molti produttori all’insegna della massima personalizzazione la variano su richiesta per adattare la cucina alla statura di chi la usa (si può intervenire sulla misura dei mobiletti o su quella dello zoccolo di base). L’altezza ideale per collocare i pensili è invece a 54 cm dal piano lavoro.

Tuttavia le nuove tendenze consigliano di aumentare la profondità delle basi e quindi del piano di lavoro, in questi casi è importante abbassare l’altezza dei pensili per permettere movimenti agevoli e facili. In alternativa si possono sostituire i pensili con boiserie integrate alla cucina. Una soluzione pensata per offrire una maggiore funzionalità d’uso. Infine per quanto riguarda la posizione di tavoli e sedie, è importante ricordare che la distanza minima fra tavolo e parete dev’essere circa di 120 cm per permettere a una persona di passare agevolmente. Se si vuole invece collocare il tavolo vicino a un arredo, per consentire a una persona di aprire le ante è bene che la distanza fra mobile e tavolo sia di almeno 135 cm. 

Cucina

Gli elettrodomestici, componenti essenziali di ogni cucina

Grandi protagonisti dell’arredo cucina sono senza dubbio gli elettrodomestici, sempre più intelligenti, multifunzionali e avveniristici. Le aziende propongono piani cottura a induzione che contengono all’interno del piano stesso la cappa aspirante e frigoriferi con compartimenti a temperatura differenziata per mantenere inalterate le qualità organolettiche non solo di verdura e frutta, ma anche di carne, pesce, latticini e formaggi. In grande evoluzione, inoltre, il settore dei sistemi di cottura, nel quale spiccano gli innovativi forni a vapore e combinati, forno a vapore+forno tradizionale, ideali per chi vuole condurre uno stile di vita sano e moderno.
Tante novità anche in ambito di cappe aspiranti. Queste non sono più semplici elettrodomestici, ma hanno acquisito caratteristiche che si spingono ben oltre la mera funzione dell’aspirazione. Spesso caratterizzate da un design esclusivo sono dei veri e propri elementi d’arredo da esibire. Non più incassate nei pensili, ora vengono sospese al soffitto come lampadari accentrando così l’attenzione di eventuali ospiti. Alla loro bellezza si accompagnano motori sempre più performanti per un’aspirazione perfetta. Grazie a sistemi di ionizzazione bipolare controllata sono in grado di eliminare agenti inquinanti, irritanti e cattivi odori fino al 95%, con notevole giovamento per il benessere psicofisico.
Abbiamo poi miscelatori ultramoderni con regolatori di flusso e controllo della temperatura: da parete, da appoggio, con doccetta estraibile o a molla. Per lavare gli alimenti e per pulire le stoviglie, i rubinetti della cucina sono sempre più un elemento da esibire. Il materiale più utilizzato è ancora l’acciaio inox perché igienico e duraturo con finitura lucida, opaca, satinata o smaltata bianca e nera. E per concludere citiamo i miscelatori con sistema integrato di filtrazione che non necessitano di serbatoio e producono acqua depurata priva di residui, mantenendo però i sali minerali benefici naturalmente presenti nell’acqua.

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